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Filmati realizzati da Documenta

 

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Cavaleri A S. Zen la somensa in sen

di Gianluigi Miele

durata 20'

L'allevamento dei bachi da seta è stato per secoli una importantissima risorsa per le famiglie contadine del Veneto. Con la vendita dei bozzoli nel '900 si potevano pagare parte dei numerosi debiti che gravavano sui bilanci dei famigliari a partire dalle tasse, el predial, che scadeva proprio all'inizio dell'estae. Si diceva che il ricavato dalla vendita dei bozzoli costituisse il primo raccolto della stagione. La seta ricavata dai bozzoli alimentava le numerose filande, prime industrie che davano lavoro a molte ragazze di campagna.


 

 

Dalla lea alla cala001

Da la lea a la cala

di Gianluigi Miele

durata 60' - anno 2010 - realizzato da Ivres con Documenta e Fillea Cgil

Il documentario racconta le condizioni di lavoro, le lotte sociali e le vicende economiche dei marmisti e degli scalpellini della Valpolicella a partire dalla fine della II Guerra Mondiale alla metà degli anni '80 quando, a sostenere lo sviluppo delle industrie del marmo della zona, arrivarono anche gli immigrati africani. I protagonisti che testimoniano i fatti accaduti sono gli operai, i sindacalisti, gli operatori culturali, gli imprenditori e i volontari che per quarant'anni si impegnarono nell'industria lapidea della zona e seguirono le implicazioni sociali generate dallo sviluppo del settore


 

 

Filo fil002

Filo, Filò

di Gianluigi Miele

durata 30'

Il ricamo è stato per più di un secolo una fonte di reddito per le giovani appartenenti ai ceti popolari. Nell’ottocento sorsero, su iniziativa di istituti religiosi, numerosi centri di artigianato femminile che insegnavano l’arte del ricamo a ragazze orfane o comunque in situazione di forte disagio economico.

Ai giorni nostri delle ricamatrici si trovano ancora in circoli composti da donne che attraverso il ricamo a mano riescono ad esprimere creatività e gusto artistico.


 

 

Flessibili ed elastiche002

Flessibili ed elastiche

di Gianluigi Miele

voce Laura Murari - durata 19' - anno 2010

ll filmato documenta come la flessibilizzazione del lavoro femminile grazie all'introduzione del part-time si siaprogressivamente trasformata in frammentazione che ha consentito alle imprese di utilizzare la prestazione lavorativa con il minimo di organico e il massimo di produttività. A causa degli orari "spezzettati" le lavoratrici sono costrette ad affrontare spostamenti casa-lavoro più volte al giorno, con orari che spesso impediscono una serena vita familiare.

Sono raccolti interventi e testimonianze di Orietta Battistolli, Larisa Borbemaga, Rosario Granados, Laura Leoni, Paola Salvi, lavoratrici del terziario che descrivono i problemi dell'orario di lavoro praticato nel settore.


 

 

Guardando Indietro002

Guardando indietro

di Gianluigi Miele

durata 40' - anno 2015

Nove donne del Baldo, alcune molto anziane, descrivono le loro esperienze di vita, le poche gioie e leinnumerevoli fatiche a cui si sono sottoposte. Il racconto che ne scaturisce copre un arco temporale di quasiun secolo.

Le rievocazioni delle testimoni narrano le difficoltà legate alla produzione agricola per l'autoconsumo, alle ristrettezze economiche e alle vistose differenze di genere e di stato sociale. La Seconda guerra mondialeaggravò la vita delle famiglie povere tanto che nel dopoguerra molti scelsero l'emigrazione.
La religione era per le nostre testimoni uno dei pochi conforti di fronte alla aspra realtà di ogni giorno,scandiva e dava un senso alla quotidianità con la liturgia, con il ricorso ai poteri dei Santi e con la loro
presenza quasi familiare nella realtà terrena.


 

 

La cintura di amianto002

La cintura di amianto

di Gianluigi Miele

durata 46' - anno 2011

realizzato con il contributo di Auser - CSV - Cgil

Il documentario tratta la storia dell'amianto nel campo del lavoro di Verona e provincia. La cintura di amianto ma anche il grembiule, il cuscino e lo scaldavivande sono i modi in cui i lavoratori inconsapevoli hannoutilizzato questo materiale.

Anche a Verona, come in molte altre città, imprese pubbliche e  private hanno imposto l'amianto nellaproduzione, senza pensare ai terribili rischi cui andavano incontro gli operai. Il circolo Auser Europa Unita el'Ivres hanno voluto proporre con la memoria dei testimoni un percorso nel tempo, una storia sulla difesadella salute.


 

 

La patria lontana001

La patria lontana

voce: Guido Ruzzenenti

durata 40' - anno 2011

Realizzato da Documenta in collaborazione con Ivres, Istituto veronese per la storia della Resistenza e dell'età contemporanea, Comune di Fumane, Centro di Documentazione per la Storia della Valpolicella.

Il documentario tratta delle numerose donne veronesi che, negli anni '50, a seguito della crisi dell'agricoltura, emigrarono in Svizzera e in altri paesi europei, cercando un salario che consentisse la loro sopravvivenza e quella della loro famiglia.

Racconta delle loro difficoltà e costrizioni ma anche delle esperienze positive che offrirono loro libertà e crescita culturale impensabili nel paese d'origine, e la costruzione di un forte amor di patria che non avevamo mai provato prima

e in molte fece nascere l'orgoglio di essere italiane.


 

 

Le malghe degli Originari di Pesina002

Le malghe degli Originari di Pesina

di Gianluigi Miele

anno 2012

Gli Originari di Pesina sono i discendenti degli abitanti della comunità che nel 1442 acquistarono parte dei beni espropriati dalla Repubblica veneta al feudatario Alvise Dal Verme reo di tradimento. I primi beni acquistati e quelli successivamente acquisiti, situati prevalentemente sul Monte Baldo, vennero sempre goduti collettivamente dalle famiglie originarie di Pesina fino alla confisca napoleonica. Anche dopo l'esproprio gli Originari mantennero in vita la loro associazione utilizzando i beni residui in opere di solidarietà sociale. Dopo qualche decennio di inattività la Società degli Originari recentemente si è ricostituita per dare impulso alla conoscenza e alla difesa del territorio, alla ricerca storica e alla solidarietà.

Un campo di indagine importante riguarda l'alpeggio che sta scomparendo. Il presente documentario ha voluto contribuire al mantenimento della memoria della vita di malga, delle tradizioni e della cultura che i pastori del Baldo hanno elaborato nei secoli.


 

 

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O vivremo del lavoro o pugnando si morrà...

durata 40' - anno 2013

intervista effettuata da Gabriella Poli e Gianluigi Miele

Montaggio e regia Gianluigi Miele

Romano Calzolari nasce nel 1927 a Sorgà. Fu impegnato sin da giovane nelle lotte dei lavoratori della terra,segretario della Federbraccianti e successivamente della Camera di Lavoro di Verona; attivo nella vitapolitica veronese come consigliere comunale e poi provinciale per il PCI.

Romano Calzolari ha rilasciato nel 2012 una lunga intervista all'IVRES in cui ha raccontato la condizionebracciantile prima della guerra, la costruzione del sindacato dopo il fascismo, le lotte dei braccianti dellabassa, la scissione sindacale e le nuove lotte degli anni sessanta da cui partì il processo di riunificazione delsindacato su base federativa.


 

 

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Pastori, pecore, cani del Baldo

di Gianluigi Miele

durata 38'

L'allevamento degli ovini sulle pendici del Baldo è stato praticato per molti secoli dalle comunità della valle di Caprino. Pesina in particolare nel 1500 possedeva più pecore dell'insieme delle altre comunità valligiane. L'allevamento degli ovini garantiva latte, formaggio, carne e lana che veniva infeltria con macchinari azionati dai mulini mossi dalla corrente dei corsi d'acqua montebaldini. Della secolare tradizione pastorizia sono rimaste più tracce di quanto si possa supporre e non è insolito imbattersi in greggi che praticano il pascolo vagante come migliaia di anni fa.


 

 

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Pescaor

di Gianluigi Miele

durata 50'

Sul lago di Garda operano ancora un centinaio di pescatori, ma la pesca sta subendo profonde trasformazioni. Alcune tecniche di cattura del pesce documentate nel filmato, come le Tele e il Remettino, attualmente non sono più praticate, anche perchè nel frattempo sono sparite le alborelle. Altri modi di pesca sono poco attuati e stanno scomparendo.
La cultura secolare dei pescatori gardesani è pure in via di estinzione. Il filmato intende contribuire al recupero della memoria di un mondo che ha consentito la sopravvivenza delle popolazioni rivierasche fino a qualche decennio fa.
Volutamente non sono state inserite musiche o altri effetti per non alterare la realtà. In qualche caso è stato possibile racogliere la testimonianze in dialetto e renderle comprensibili a tutti con sottotitoli in italiano.


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